Rise Up: Il progetto a confronto con le associazioni di volontariato e sportive

Il progetto Rise Up a confronto con le associazioni di volontariato e sportive dell’Ambito Territoriale Sociale 10.
 

Incontro per aprire alla possibilità di costruire percorsi di reinserimento sociale e di inclusione per i nuclei familiari sotto sfratto che insistono sul territorio d’Ambito.

Il progetto, tra i vari interventi, prevede un percorso di social housing
. È in via di allestimento lo stabile di Attiggio, importante è stato il contributo dei privati che hanno donato mobili di vario tipo collaborando all’arredo dei quattro appartamenti.

Nel progetto sarà rivolta una particolare attenzione ai nuclei familiari con minori presenti pertanto una cooperativa erogherà interventi socio-educativi. 

“Obiettivo una comunità coesa ed accogliente – ha spiegato il Coordinatore d’Ambito - ecco perché le associazioni sono e saranno così importanti all’interno di questo progetto. Il supporto delle associazioni sarà quello di costruire una rete pensata e declinata verso una società forte. Fondamentale sarà il finanziamento della Fondazione CARIVERONA che renderà possibili azioni di questo tipo. Attivare tirocini, includere le famiglie e non lasciare nessuno indietro”.

Uscire dalla marginalità, come risocializzare?

Attraverso tirocini, laboratori, attività di restituzione sociale e non solo. Le associazioni del territorio possono partecipare al progetto tramite la stipula di accordi di partenariato in direzione del “Welfare Rigenerativo”. Ecco quindi il senso dell’incontro della settimana scorsa, con le associazioni ed i promotori del progetto, per capire bisogni, esigenze (associazioni) e prospettive offerte.

Quindi porte aperte alle associazioni di volontariato che vogliano partecipare a dei percorsi per far ritornare parte integrante del tessuto sociale locale famiglie e persone con difficoltà transitorie.

Una socialità rinnovata per l’Assessore ai Servizi alla Persona Simona Lupini, con l’idea di una “Rete sociale capace di sostenere chi in questo momento non è in grado di farlo in autonomia”.

Un territorio che deve lavorare insieme e che potrebbe diventare comunità e rete sostenendo genitori e figli.